In un clima di festa e condivisione, il Forum Sport Center di Roma ha ospitato sabato 9 novembre la cerimonia di premiazione della stagione 2024 di ciclismo del Centro Sportivo Italiano. Un evento molto atteso da atleti, appassionati e dirigenti del CSI Lazio che hanno potuto celebrare i successi dell’anno appena concluso e guardare al futuro con la presentazione del calendario provvisorio delle gare 2025.
Domenica 27 ottobre a Roma, presso l’Impianto Sportivo Capitolino di Via Montona, la manifestazione organizzata dal CSI Lazio, con la partecipazione di 166 atleti di varie categorie, e impreziosita dalla presenza del campione olimpico Enzo Gamba
Domenica 6 ottobre è terminato il Ciclo Tour MTB 2024, un circuito di eventi di cicloturismo non competitivi, organizzato con la collaborazione delle società dei Comitati provinciali CSI di Roma, Viterbo, Frosinone e Caserta.
L'evento è progettato per incoraggiare la partecipazione attiva di persone di tutte le età, dai bambini agli anziani, promuovendo la salute, il benessere e l'integrazione. Le attività spaziano dall'atletica leggera al basket, dal calcio al tennis, includendo anche discipline meno conosciute ma altrettanto affascinanti come il pickleball, l'acqua fitness ed il catch 'n' serve ball. Un progetto dal sapore storico, quello che prenderà il via giovedì 26 settembre per concludersi il 6 ottobre. «Sport amoR, lo sport che unisce»
Il grande lavoro del Csi, negli anni, per la formazione degli allenatori e tecnici, coloro che sono in stretto contatto coi ragazzi, è oggi riconosciuto da tutti. Un contributo è di sicuro arrivato dai nuovi adempimenti collegati ai diversi registri che hanno spinto ad adeguarsi alle proposte formative. Il Consiglio Nazionale del Csi, riunitosi la scorsa settimana, si è soffermato molto su un aspetto decisamente rilevante: la formazione dei nostri dirigenti e dei quadri associativi, delle persone che avranno delle responsabilità nel governare i Comitati. Una questione assai seria su cui riflettere. Abbiamo forse dato spesso per scontato, infatti, che chi viene eletto o nominato in ruoli di responsabilità, donna o uomo, sia naturalmente pronto a operare nel solco dei valori del Centro Sportivo Italiano. Ritenendo forse che in quei ruoli – si pensi ad un Presidente di Comitato, o ad altro livello direttivo dell’Associazione – tutti abbiano vissuto il percorso nella condivisione e quindi nella concretizzazione della progettualità associativa: la gavetta. Forse era vero tempo fa, ma è ancora così? Sarebbe ingenuo affermarlo. Sarebbe come negare che la società è cambiata, che la dottrina della Chiesa è sempre meno influente nella nostra vita e che gli oratori, per quanto a volte siano rimpianti con nostalgia, oggi non sono più quell’agenzia formativa di un tempo. Attualmente sono sempre meno le persone che hanno voglia di mettersi in gioco, con genuino desiderio di porsi al servizio del bene superiore, e così c’è il rischio di rincorrere persone, scelte un po’ a caso, purché accettino di operare nel Csi. Non è la regola, ma è un esempio utile a chiarire il concetto che intendo evidenziare: occorre curare la formazione dei dirigenti associativi, favorire il perfezionamento di chi parte con tanta buona volontà e merita di essere dotato degli strumenti che aiutano a raggiungere lo scopo. Magari partendo dalle origini, dall’Abc. Un dirigente del Csi deve comunque sapere cosa è chiamata a fare l’Associazione: l’attività sportiva in primo luogo. Siamo nati per far promuovere sport, per dare possibilità ai giovani di praticare sport e di sperimentare in tal modo un percorso che favorisca anche la formazione e l’educazione dei giovani, in un atteggiamento di accoglienza e condivisione. Sembra facile, ma non lo è.